Il microbiota potrebbe essere un nuovo alleato nella lotta al cancro

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Nel 2014 si annunciava la scoperta di un nuovo “organo”, il microbiota, l’insieme dei microrganismi commensali che convivono con l’uomo. Tanti sono stati gli studi condotti ed oggi si presuppone che il microbiota possa avere un ruolo nella prevenzione e nel trattamento di specifici di tumori maligni.

Il microbiota è l’insieme dei germi commensali che convive con il nostro organismo. La microflora intestinale è stata ampiamente studiata e si è evinto abbia importanza nel mantenere gli equilibri omeostatici. Una sana microflora intestinale impedisce la colonizzazione di batteri patogeni, partecipa al metabolismo di numerose sostanze fra cui la vitamina K e modula l’attività del sistema immunitario rendendolo più efficiente.

Le patologie tumorali sono la seconda causa di morte a livello mondiale. Tanti sono gli elementi implicati nell’insorgenza e sia il substrato genetico sia i fattori ambientali giocano un ruolo fondamentale. Inoltre, come noto, uno stile di vita sano funge da deterrente allo sviluppo di patologie tumorali.

Che ruolo hanno i probiotici nelle patologie tumorali?

La microflora intestinale influenza lo stato di salute dell’individuo. La sua alterazione, indicata con disbiosi, predispone l’insorgenza di patologie croniche. È dimostrato che il microbiota condizioni la risposta del sistema immunitario e moduli lo stato infiammatorio del tratto gastrointestinale. Diversi studi hanno cercato di comprendere che ruolo abbia nei pazienti trattati con chemioterapia e radioterapia.

Il microbiota è da considerarsi come un elemento al quale siamo esposti durante tutto il corso della nostra vita. La disbiosi, quindi, diviene nient’altro che un fattore di rischio. L’alterazione della microflora intestinale è emerso possa favorire sia tumori colon-rettali che a distanza. Tale correlazione fa supporre che la disbiosi coadiuvi la tumorigenesi.

La microflora intestinale produce acidi grassi a catena corta o SCFA i quali sono in grado di interagire con specifici complessi molecolari cellulari fungendo da antitumorali. Ciò avviene specialmente per i carcinomi del colon ed alcuni istotipi di linfomi.

I ricercatori si sono concentrati su un aspetto determinante: l’influenza del microbiota sul sistema immunitario (leggi qui). Si suppone che una sana microflora intestinale interagisca positivamente con il sistema immunitario migliorandone la risposta contro le cellule tumorali. A tal proposito la produzione di piridossina, una vitamina del gruppo B, stimola l’immunosorveglianza.

La microflora potrebbe avere un ruolo sia nell’insorgenza dei tumori del colon che in quelli a distanza

Volendo fare un’analogia, è noto da tempo il potere oncogeno dell’Helicobacter pylori.  Diffusissimo nella popolazione il batterio produce la tossina CagA, in grado di indurre la trasformazione neoplastica. Nello stesso modo, i batteri della flora intestinale sono capaci di sintetizzare sostanze anti-neoplastiche o oncogene.

L’alterazione della microflora aumenta lo stress ossidativo. La maggiore concentrazione di radicali liberi è direttamente responsabili dei danni al DNA. Ancora, la disbiosi può esser causa di una maggiore produzione di estrogeni i quali favoriscono la crescita dei tumori ormonosensibili come il carcinoma di mammella ed endometrio.

Ripristinare la microflora intestinale potrebbe essere una strategia efficace

Il L. rhamnosus GG è il probiotico sul quale si concentra la ricerca. LGG potrebbe funzionare come coadiuvante da affiancare ai trattamenti classici, ma anche come fattore capace di proteggere dallo sviluppo di neoplasie.

Diversi studi hanno evidenziato che integrare il L. rhamnosus GG in concomitanza di chemioterapia con 5-FU e radioterapia nel trattamento del carcinoma del colon, ne mitighi gli effetti tossici. Il L. rhamnosus GG ha forti proprietà antinfiammatorie e la somministrazione aiuterebbe a preservare la mucosa gastrointestinale.

Ripristinare la microflora intestinale integrando i probiotici nella dieta riduce le frequenze di scariche diarroiche nei pazienti sottoposti a irradiazione pelvica. Inoltre, i probiotici hanno dimostrato di migliorare i sintomi riferibile alla Sindrome del Colon Irritabile in pazienti sottoposti a resezione di carcinoma del colon.

Il L. rhamnosus GG potrebbe rallentare la progressione tumorale

Sebbene gli studi siano ancora in corso, i risultati sono incoraggianti. Alcuni studi su modelli animali hanno suggerito che il L. rhamnosus GG blocchi la trasformazione neoplastica dei polipi intestinali in animali geneticamente predisposti. L’obiettivo è capire se anche nell’uomo la sua integrazione inibisca la progressione tumorale.

LGG potrebbe rallentare la disseminazione metastatica. Alcuni studi condotti in vitro ne hanno evidenziato sia proprietà anti-proliferative che anti-metastatiche. Inoltre, su modelli animali è emersa la capacità di coadiuvare, accanto alle terapie classiche, la riduzione della massa tumorale nei carcinomi del colon-retto.

Conclusioni

Le patologie neoplastiche sono frutto di complesse interazioni fra il corredo genetico di un organismo e l’ambiente con il quale è in contatto. La microflora intestinale regola gli equilibri omeostatici ed è un fattore al quale siamo esposti durante il corso della nostra vita. L’alterazione è un fattore di rischio, ma è possibile ripristinare la microflora intestinale integrando i probiotici. I risultati dei più recenti studi fanno sperare che le proprietà del L. rhamnosus GG possano essere un ottimo alleato nella lotta e nella prevenzione dei tumori.

Letteratura scientifica di riferimento

  • Silvia Vivarelli, Rossella Salemi, Saverio Candido, Luca Falzone, Maria Santagati, Stefania Stefani, Massimo Libra. Gut Microbiota and Cancer: From Pathogenesis to Therapy. Cancers
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