Il malassorbimento è un tratto distintivo della celiachia. La carenza di micronutrienti come il calcio espone nel tempo ad aumentato rischio di osteoporosi. L’integrazione di Calcio, Vitamina D e Vitamina K può ripristinare le riserve riducendo il fenomeno di demineralizzazione ossea.
Il malassorbimento è un tratto distintivo della celiachia
La celiachia è una patologia cronica nella quale vi è una abnorme risposta immunitaria nei confronti del glutine. Il corredo genetico gioca un ruolo fondamentale poiché è un elemento predisponente. In questi soggetti, specifici stimoli ambientali funzionano da trigger in grado di elicitare la reazione immunitaria.L’infiammazione cronica che ne deriva danneggia la mucosa intestinale, la quale perde di funzionalità. Lo sconvolgimento dell’architettura mucosale comporta il malassorbimento di micronutrienti e macronutrienti di cui sono deficitari i pazienti celiaci.
Vitamina D, Calcio e Vitamina K sono poco assimilati nei pazienti affetti da celiachia. Il malassorbimento, il deficit di micronutrienti e l’infiammazione sistemica cronica si ripercuotono negativamente sullo stato di salute dell’apparato scheletrico. La ridotta concentrazione plasmatica di calcio stimola i processi di riassorbimento osseo che ne alterano il turnover. Il perpetrarsi di questi fenomeni aumenta nel tempo il rischio di osteoporosi, soprattutto nelle donne in menopausa e negli anziani.
Il ridotto assorbimento di Calcio e Vitamina D compromette la salute delle ossa
Basse concentrazioni di calcio comportano una vera e propria disregolazione ormonale. La ridotta concentrazione di calcio induce l’incremento compensatorio di paratormone (PTH) responsabile del riassorbimento osseo alla base dell’osteoporosi.
L’ipovitaminosi D è considerata una delle cause principali della riduzione di densità minerale ossea. La Vitamina D regola l’assorbimento e l’omeostasi del calcio, ne promuove l’assorbimento nell’intestino e contribuisce alla mineralizzazione ossea.
Anche la Vitamina K2 ha un ruolo fondamentale nella salute dell’apparato scheletrico. La neoformazione di tessuto osseo è catalizzata da una proteina chiamata osteocalcina. Quest’ultima media la mineralizzazione dell’idrossiapatite, la quale costituisce la matrice organica sulla quale il calcio si deposita nel processo di maturazione dell’osso. La Vitamina K2 ha il ruolo di coadiuvare la corretta funzionalità dell’osteocalcina nelle reazioni biochimiche che portano alla formazione di tessuto osseo maturo. Inoltre, la Vitamina K2 gioca un ruolo importante nell’impedire che il calcio si depositi nelle arterie ove prenderebbe parte a fenomeni di aterosclerosi.
Nei celiaci l’alimentazione aggrava ulteriormente il problema. I prodotti gluten-free non garantiscono sempre una adeguata assunzione giornaliera di micronutrienti, nei quali sono perlopiù carenti. Se la celiachia identifica nel malassorbimento il suo tratto distintivo, il ridotto contenuto di calcio, Vitamina D e Vitamina K2 negli alimenti gluten-free è un ulteriore problema da considerare.
Molti pazienti celiaci mostrano un’alterata mineralizzazione ossea al momento della diagnosi
Il metabolismo del calcio è compromesso in tutti i pazienti celiaci. Studi di prevalenza indicano che in almeno tre quarti dei malati non trattatati e con malassorbimento vi è un evidente stato di alterata mineralizzazione ossea. Il problema non coinvolge solo chi ha forme gravi della malattia, ma anche coloro che manifestano sintomi lievi. Nelle donne in menopausa l’assetto ormonale predispone alla demineralizzazione ossea e l’osteoporosi franca, soprattutto in età adulta, aumenta il rischio di fratture.
La prevenzione è fondamentale quando aumenta il rischio di osteoporosi secondaria
La supplementazione con Calcio e Vitamina D è efficace in pazienti selezionati per mitigare gli effetti del malassorbimento. Secondo la FAO l’introito giornaliero medio di calcio dovrebbe essere di 800-1000mg/die che aumenta a 1200mg/die per le donne in menopausa e negli uomini con più di 70 anni. Anche i livelli sierici di Vitamina D sono da attenzionare poiché nella nostra area geografica è frequente l’ipovitaminosi. Il valore considerato come soglia è di 30nmol/l di 25(OH)Vit-D al di sotto del quale vi è un aumentato rischio di riassorbimento osseo.
L’integrazione di Vitamina D rispristina il deficit riportando la concentrazione a valori normali ed è importante soprattutto nelle donne in menopausa e negli anziani. Negli adulti fra i 50 e 60 anni è consigliata la supplementazione di 600UI/die di Vit-D ed è opportuno aumentarla a 800UI/die quando l’età supera i 70 anni. Livelli sierici di Vit-D superiore a 50nmol/L sono associati al mantenimento di un buon grado di mineralizzazione ossea.
L’integrazione di Calcio e Vitamina D ripristina i valori normali nei soggetti carenti
I celiaci sono carenti di calcio ma potrebbero mostrare anche ridotta concentrazione di vitamina D e K2. Uno studio attento del paziente può porre indicazione per la supplementazione che diviene un forte deterrente per i fenomeni di riassorbimento osseo. L’integrazione di micronutrienti aiuta a bilanciare l’asset ormonale alterato, ricostituisce le riserve di calcio, favorisce la riduzione dell’iperattivazione di Vit-D da parte dei reni e mitiga i fenomeni di demineralizzazione ossea.
L’età del paziente è un elemento da prendere in considerazione. Nei pazienti in post-menopausa la supplementazione di Vitamina D sembra essere ancora più importante poiché contribuisce a ridurre il rischio di osteoporosi secondaria. La sovrapposizione con problematiche tiroidee, frequenti nei pazienti celiaci, può a sua volta suggerire la supplementazione con Vitamina D.
Letteratura di riferimento
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