Le allergie sono uno spettro di malattie che hanno un peso consistente in termini di individui affetti a livello mondiale. Ponendo la nostra attenzione sulla popolazione pediatrica notiamo che il numero di bambini coinvolti che non presentino familiarità è di circa il 10%. La percentuale cresce ad un bambino su tre per coloro che hanno un familiare affetto.
Dai più recenti studi è emerso il ruolo chiave del microbiota nella eziopatogenesi delle patologie allergiche. Tale elemento è implicato nella modulazione della risposta infiammatoria ed immunologica alla base dell’insorgenza della patologia allergica.
Ma cos’è il microbiota?
Il microbiota è costituito da microorganismi che vivono in simbiosi con l’organismo umano. Le sue funzioni non sono propriamente definite ma l’importanza è tale da poterlo assimilare ad un vero e proprio organo. In questo contesto subentrano i probiotici, particolari microorganismi vivi assunti con l’alimentazione. Somministrati adeguatamente essi possono migliorare lo stato della microflora intestinale conferendo un beneficio all’organismo nel suo complesso.
In quest’ottica, l’integrazione con probiotici è uno strumento valido da impiegare nell’ambito della prevenzione delle allergie.
Come utilizzare al meglio i probiotici?
In un recente articolo pubblicato dalla World Allergy Organization, si sono definite le linee guida per la corretta somministrazione dei probiotici nelle gestanti, nelle donne che allattano e nei bambini.
La prima raccomandazione fornita dalla WAO riguarda le donne in gravidanza:
è consigliato l’uso dei probiotici nelle gestanti (leggi anche) il cui bambino è ad alto rischio di sviluppare patologie allergiche. Si è riscontrato che i figli delle gestanti che hanno assunto probiotici in gravidanza presentano un’incidenza minore di dermatite allergica.
I bambini ad alto rischio di sviluppare allergia sono tutti coloro i quali possiedono:
- familiarità per patologia allergica;
- assenza di familiarità ma presenza di un fratello che abbia nella sua storia clinica o manifesti rinite allergica, asma, dermatite allergica o allergie alimentari.
Per quanto concerne le donne che allattano:
è consigliato l’impiego dei probiotici in donne che allattano, con particolare attenzione ai bambini ad alto rischio di sviluppare patologie allergiche.
Anche per questa seconda raccomandazione, il focus ricade sui bambini ad alto rischio di sviluppare una patologia allergica. Il beneficio più forte evidenziato è la prevenzione dell’insorgenza della dermatite allergica.
In ultimo, è consigliato somministrare i probiotici ai bambini con alto rischio di sviluppare patologie allergiche.
Dalle raccomandazioni elaborate dalla WAO – World Allergy Organization si evince l’importanza della somministrazione dei probiotici al fine di prevenire l’insorgenza delle patologie allergiche, ma esistono prodotti con un’efficacia maggiore rispetto ad altri. Vari possono essere infatti i ceppi batterici contenuti all’interno dei prodotti comunemente in commercio e la scelta del probiotico giusto è elemento indispensabile per conseguire il risultato desiderato.
Diversi sono i ceppi studiati in letteratura, ma determinante risulta il ruolo del L. rhamnsosus GG nella prevenzione della dermatite atopica. È consigliata dunque l’integrazione con questo specifico microrganismo per prevenire l’insorgenza delle patologie allergiche. Ciò è confermato, ad esempio, nelle donne gravide nella meta-analisi condotta da Doege et Al. e nella review di Betsi et Al. che ha analizzato i trial randomizzati con outcome focalizzato sulla prevenzione della dermatite atopica.
Un altro componente utile è la Vitamina D, la quale potrebbe altresì costituire un valido strumento di prevenzione. Largamente studiata negli ultimi anni per i suoi effetti benefici, questo micronutriente diviene importante in ragione della sua capacità di attraversare la barriera placentare. Anche il feto potrebbe quindi beneficiare di adeguati livelli di vitamina D, spesso carenziali e posti in relazione con l’insorgenza di numerose patologie croniche (asma, eczema ed allergie alimentari).
È certo che la Vitamina D abbia la capacità di interagire con il sistema immunitario producendo degli effetti non ancora del tutto conosciuti. La letteratura è ancora controversa, ma diversi studi suggeriscono la capacità di questo micronutriente di prevenire l’insorgenza delle patologie allergiche, soprattutto in quegli individui che ne sono carenti. Ciò sarebbe attribuibile al ruolo svolto nel garantire l’integrità degli epiteli, che viceversa risulterebbero danneggiati e permetterebbero un eccessivo ingresso di antigeni in grado di indurre poi l’insorgenza della patologia allergia.
Anche l’integrazione di Vitamina D, assieme alla somministrazione di ceppi di L. rhamnosus GG, può quindi essere un potenziale ausilio per prevenire l’insorgenza delle patologie allergiche.
Letteratura scientifica di riferimento
- Alessandro F. World Allergy Organization-McMaster University Guidelines for Allergic Disease Prevention (GLAD-P): Probiotics. World Allergy Organization Journal (2015) 8:4
- Mirzakhani H. Vitamin D and the development of allergic disease: how important is it? Clin Exp Allergy. 2015 January; 45(1): 114–125
- Doege K. Impact of maternal supplementation with probiotics during pregnancy on atopic eczema in childhood – a meta-analysis. British Journal of Nutrition (2012), 107, 1–6
- Betsi G. Probiotics for the treatment or prevention of atopic dermatitis: a review of the evidence from randomized controlled trials. Am J Clin Dermatol. 2008;9(2):93-103.